Il 42% confermato su i redditi da cripto-attività

È stato pubblicato nella giornata di oggi il decreto contenente le misure in materia di tassazione sulle cripto-attività

Il 42% confermato su i redditi da cripto-attività
Photo by Kelly Sikkema / Unsplash

Introduzione

Dopo la conferenza stampa della scorsa settimana di cui abbiamo parlato anche qui, il tema legato all’aumento dell’aliquota dei redditi derivanti da cripto-attività è stato formalmente introdotto all’interno del testo della manovra.

Questa conferma, al netto delle numerose dimostranze da parte del settore in materia, costituisce una presa di posizione forte in questo momento di transizione storica per il settore.

Il testo del decreto, pronto ad essere portato in parlamento per la discussione riporta espressamente all’art. 4 rubricato ”Misure in materia di imposta sui servizi digitali e cripto attività” che:

  1. All’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, il comma 36 è sostituito dal seguente: «36. Sono soggetti passivi dell’imposta sui servizi digitali i soggetti esercenti attività d’impresa che realizzano ricavi derivanti da servizi digitali di cui al comma 37 nel territorio dello Stato.».
  2. Sulle plusvalenze e gli altri proventi di cui all’articolo 67, comma 1, lettera csexies), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, realizzate a decorrere dall’entrata in vigore della presente legge, l’imposta sostitutiva di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, è applicata con l’aliquota del 42 per cento.

Questo è il cortocircuito di un legislatore che prima premia gli investimenti in startup con detrazioni importanti e poi soffoca il mercato con aliquote immotivate.

Il contesto EU (a cui ci si chiede perché aderiamo) e globale, incentivano lo sviluppo e la modernizazzione del proprio paese. Tranne l'Italia.